Albert Abrams

I CONCETTI ORIGINALI DI ALBERT ABRAMS

di Eric Perkins

Per gentile concessione della Radionic Association, Radionic Quarterly, marzo ’87

La seguente conferenza è stata tenuta, presso l’Associazione di Radionica, il 17 marzo 1956. Introducendo il discorso, George de la Warr disse: “Il dottor Eric Perkins è probabilmente l’ultimo amico ancora in vita del dottor Abrams, in questo Paese. I suoi sforzi per farne riconoscere le notevoli scoperte hanno incoraggiato tutti noi…In modo molto generale la radionica può essere considerata il terreno di incontro di tutte le scienze, e coloro che desiderano studiare questo affascinante soggetto, comincerebbero bene dando l’importanza che si merita al lavoro del dottor Abrams. Il suo metodo di distinguere i diversi modelli vibratori emessi dagli esseri umani, ha fornito le basi per tutto il lavoro successivo in questo campo”.

Tra gli anni 1914 e 1920, il mio stimato amico e maestro, il dottor Abrams di San Francisco, passò alla storia portando l’attenzione della classe medica su certe importantissime scoperte medico-fisiche, che aveva fatto con l’applicazione della allora recente dottrina, conosciuta come Teoria Elettronica della Materia, alle ultime parti, gli atomi e le molecole, dei tessuti umani.

Le scoperte di Abrams erano dimostrabili, cosicché numerosi medici se ne convinsero, e non solo perché avevano assistito alle sue dimostrazioni, ma soprattutto perché le usavano giornalmente, e con buoni risultati, a beneficio dei loro stessi pazienti. Questi medici avevano compreso chiaramente le teorie sottostanti,  le scoperte in questione, perché, avendo frequentato i corsi di specializzazione di Abrams, avevano studiato approfonditamente i nuovi concetti sulla natura della Materia, che si andavano allora diffondendo dai laboratori di fisica atomica di tutto il mondo.

Se anche i medici eminenti, i grandi professori, quelli che dovrebbero essere i leaders della professione medica, avessero partecipato ai corsi di Abrams, anche loro, certamente, avrebbero compreso l’importanza delle sue scoperte, e le avrebbero applaudite. Ma, nella loro ignoranza della nuova fisica atomica ( un libro chiuso per molta altra gente in quei tempi lontani), si rifiutarono di credere, e nemmeno provarono ad ascoltare educatamente ciò che gli studenti di Abrams, medici coscienziosi ed onesti, cercavano invano di esporre loro.  Se il loro atteggiamento nei confronti di chi incoraggiava il lavoro di Abrams era offensivo, non era niente rispetto a quello che pubblicavano e che dicevano contro lo stesso Abrams in quei giorni.

Senza tenere in nessun conto le pur facili informazioni circa l’alta professionalità e qualificazione di Abrams, fu variamente descritto come ciarlatano, truffatore, bieco profittatore della sofferenza e della buona fede degli ammalati, spennati dall’inventore di una “Scatola” che, diceva, “prima avrebbe scoperto il problema, e poi l’avrebbe risolto, guarendo il paziente”. Sfortunatamente, l’Ordine dei Medici, non sapendo la verità, credette a questo nonsenso: ed ancora oggi risulta quasi impossibile riparare a questo tremendo sbaglio.

Voglio iniziare questo discorso dicendovi la verità su Abrams. Dopo di che, vi chiedo di essere pazienti se mi soffermerò sulle scoperte fatte, tra il 1889 ed il 1914, da quelli che sono stati i più grandi scienziati dell’epoca. Scoperte importanti a tal punto da poter rivoluzionare in pochi anni le nostre vite, od addirittura segnarne la fine! Queste scoperte riguardano, naturalmente, l’esatta natura dell’atomo.  Abrams non fece queste scoperte, ma fu il primo medico che realizzò il loro potere di trasformazione per l’intera medicina e, grazie allo straordinario lavoro che portò avanti nel suo laboratorio, dimostrò che l’alba di quella medicina che aveva pronosticato, era già sorta. Ed ora lasciatemi parlare del mio caro amico, il dottor Albert Abrams.

Nato nel 1863 a San Francisco, Albert Abrams era figlio di un ricco mercante che gli lasciò presto, morendo, tutta la sua fortuna. Nonostante la ricchezza, che gli avrebbe consentito di vivere di rendita fino alla morte, Abrams decise di dedicare tutta la sua vita, e di spendere i suoi soldi, esclusivamente per il progresso della medicina.

La miglior educazione medica disponibile a quei tempi in America, non lo soddisfaceva. Così, dopo aver studiato il tedesco, nonostante avesse già conseguito la laurea nel suo Paese, si iscrisse al primo anno di Medicina presso l’Università di Heidelberg, in Germania, dove, nel tempo dovuto, si laureò con lode, e venne addirittura insignito della medaglia d’oro dell’Università. Carico di onorificenze, questo futuro truffatore, era ora altamente qualificato come qualunque medico in Europa. E’ interessante far notare anche che, mentre studiava ad Heidelberg, le sue capacità attrassero prima l’attenzione, ed infine gli conquistarono la costante amicizia del suo professore, il dottor Van Helmholz, ricordato in tutto il mondo come uno dei più grandi medici che siano mai esistiti.

Abrams seguì l’esempio di Van Helmholz dedicando tutta la sua vita alla ricerca, cercando di collegare le scoperte della Scienza al funzionamento del corpo umano. Tornato a San Francisco, divenne Professore di Patologia, e più tardi Direttore degli Studi Medici all’Università di Stanford, in California. Molto del suo tempo lo spendeva in ricerche originali, volte a scoprire i misteri del sistema nervoso umano. Il collega intimo di Abrams, in quegli anni, era Sir James Barr, che lo descrisse come il più grande genio della medicina dei nostri tempi. Un verdetto che, senza dubbio, la Storia confermerà. Abrams morì all’improvviso di polmonite, nel 1924. Ma secondo Sir James Barr, sarebbe stato più giusto dire che fu “ucciso dalla persecuzione a cui fu sottoposto dai suoi colleghi”.

Se si prendesse un pezzo di qualche materiale elementare, come il ferro o lo zolfo (viene definito elemento una sostanza che consiste di atomi dello stesso tipo), e lo si dividesse in frammenti sempre più piccoli, continuando per un certo periodo di tempo, ci si aspetterebbe, ad un certo punto, di raggiungere l’ultima possibile divisione, e questo è ciò che viene chiamato atomo.

Se si fosse diviso un pezzo di ferro, od uno di zolfo, nell’ultima divisione, si troverebbe un atomo di ferro od un atomo di zolfo, no? Niente sembrerebbe più ovvio di questo, ed infatti nessuno l’ha mai messo in dubbio, fino ai primi anni di questo secolo, quando uno dei segreti più gelosamente custoditi da Madre Natura le venne, infine, strappato.

Non so che cosa, ad un certo punto, ha fatto chiedere a quei grandi scienziati, se effettivamente l’atomo non fosse qualcosa di completamente diverso da quello che si immaginava, fino ad allora, che fosse, né posso dire con quanta testardaggine ed innocenza, i Maestri della Scienza di tutto il mondo, quegli anni, portarono avanti le loro ricerche. Tutto quello che posso dirvi è che, tra gli anni 1906 e 1914, venne fatta l’ incredibile scoperta che tutti  gli atomi, dicasi tutti  gli atomi, consistono, in ultima analisi, di particelle elettriche cariche positivamente e negativamente, e di nient’altro.

Poiché qualunque oggetto materiale, sia esso un diamante, una patata, un tumore od una torta di mele, sia un cavolo, un re o la corona che indossa, può essere suddiviso in atomi, non c’è modo di scappare dal fatto che ogni oggetto materiale che possiamo toccare, vedere, odorare, ascoltare o sentire, è un fenomeno elettrico, e questo vuol dire anche noi. La materia è “elettrica”, e noi siamo materia.  Sebbene tutti gli atomi siano uguali nella loro costituzione, gli scienziati sanno come distinguerli uno dall’altro. Hanno infatti scoperto che ogni atomo di un elemento (lasciatemi ricordare che un elemento è una sostanza composta da atomi dello stesso tipo – ci sono in tutto circa 92 elementi), possiede caratteristiche che lo rende diverso da tutti gli altri atomi degli altri elementi.

Il ferro è un elemento, così lo zolfo, l’oro, il mercurio. In che cosa differiscono l’uno dall’altro?

L’atomo del ferro è costituito da 26 particelle elettriche, cariche positivamente, e di 26 particelle elettriche, cariche negativamente. L’atomo dello zolfo consiste di sole 16 particelle positive e negative. L’atomo dell’oro possiede 79 particelle, mentre l’atomo di mercurio ne ha una in più di ognuno dei due tipi. Era il sogno degli alchimisti medievali, la possibilità di tramutare i vili metalli in oro. Non ci riuscirono, ma alcuni anni fa gli atomi di certi elementi sono stati artificialmente trasmutati in atomi di altri elementi.

C’è molto più da dire sull’atomo, oltre al fatto che consiste di particelle cariche di elettricità: nessun uomo ha mai visto, o vedrà, un atomo, sono troppo piccoli, ma grazie ad alcuni esperimenti, ed ai calcoli matematici dei fisici, è possibile anche per noi “vedere” un atomo, mentalmente.

Pensate al Sistema Solare, il sole circondato dai pianeti in perenne movimento, ed avrete una immagine mentale abbastanza precisa di un atomo. Proviamo a visualizzare, ad esempio, un atomo di ferro. Consiste di 26 particelle elettriche cariche positivamente, chiamate protoni, e di 26 particelle cariche negativamente, chiamate elettroni.

I 26 protoni, uniti in una massa centrale, formano il sole “atomico”, mentre gli elettroni, lontani dai protoni ed indipendenti uno dall’altro, ben rappresentano i pianeti. Come essi ruotano intorno al nucleo, ma non in modo casuale, bensì con un numero limitato di orbitali. Diversamente dai pianeti, un elettrone può, in certe occasioni, saltare da un orbita ad un’altra. Posso dirvi altri due strani fatti, circa gli elettroni: ognuno gira su se stesso ad una velocità inimmaginabile, migliaia di chilometri al secondo, ed ogni elettrone è relativamente (ripeto, relativamente) lontano dal nucleo atomico, e dai suoi fratelli elettroni, come i pianeti del sistema solare lo sono dal sole e fra di loro.

Tra la Terra ed il sole, distanti circa 98 milioni di miglia c’è, oltre ad uno strato sottile di aria immediatamente sopra di noi, niente. Tra un elettrone e il nucleo atomico c’è lo stesso niente. Niente, essendo un altro nome per definire l’etere dello spazio, un mistero ancora insoluto da parte della scienza, poiché essendo senz’altro non-materiale, può però essere attraversato da increspature, può condurre vibrazioni di energia irradiata dal sole e dalle stelle, increspature od onde che chiamiamo luce, o calore, a seconda delle loro caratteristiche.

L’etere dello spazio sembra non avere inizio né fine. Molti negano la sua esistenza, ma non Einstein nè Sir Oliver Lodge. Alcuni lo vedono come il mezzo attraverso cui certe vibrazioni possono essere trasmesse telepaticamente. Altri credono che unisca, ed addirittura agisca, come mezzo di comunicazione tra il nostro universo materiale ed altri reami, meno sostanziali ma ugualmente reali, e forse più piacevoli.

Ora, sebbene esistano meno di cento differenti tipi di atomi, ed alcuni siano molto rari, tuttavia la loro esistenza permette anche alla nostra Terra, ed a tutto quello che contiene, di esistere, dall’Oceano Atlantico, a Sir Winston Churchill, ad una pillola di aspirina.

Questo è possibile perché gli atomi di alcuni elementi hanno la capacità di combinarsi con quelli di altri elementi e, quando questo accade, appare una sostanza interamente nuova. Per esempio: due atomi di idrogeno sono sempre felicissimi di entrare in relazione con un atomo di ossigeno. Il risultato dell’unione di questi due gas è quella sostanza umida che i chimici chiamano “H2O”, e voi ed io chiamiamo acqua. Quando un singolo atomo del metallo conosciuto come sodio si trova nelle vicinanze di un atomo del gas noto come cloro, l’attrazione è così grande che non possono fare a meno di combinarsi in quel composto che, le persone che hanno studiato, chiamano cloruro di sodio, e la gente ordinaria sale.

Quando una sostanza consiste di differenti atomi insieme, non si può più vederne la parte più piccola come atomo. Atomi diversi, combinati tra di loro, sono chiamati molecole, una parola che significa “piccole masse” (di atomi). Gli atomi che formano i nostri tessuti sono sempre combinati con altri atomi, per formare delle molecole. Queste ultime possono essere strutture abbastanza semplici, o molto complesse, potendo essere costituite anche da centinaia di atomi raggruppati.

Gli ingredienti principali delle molecole umane sono gli atomi di idrogeno, di ossigeno, di azoto, di carbonio e di sodio, con una spruzzata di atomi di ferro, fosforo e calcio, combinati tra di loro.

Queste molecole sono, per la gran parte, racchiuse in piccole strutture, conosciute come cellule, che possono essere viste con l’ausilio del microscopio. Miliardi di molecole sono necessarie per riempire una cellula, milioni di cellule formano la sostanza delle nostre ossa, dei nostri muscoli, dei nostri organi, della nostra pelle, dei nostri corpi.

Ora, mantenendo bene in mente che gli atomi, singoli o combinati in forma molecolare, sono strutture vibranti, lasciatemi citare alcune parole che vengono dalla penna del grande fisico Sir Oliver Lodge, quando scriveva sulla natura e le proprietà degli atomi e delle molecole.

“Una particella non può vibrare, o muoversi, senza influenzare il mezzo in cui si trova;

Una barca non può oscillare da una parte all’altra senza disturbare l’acqua in cui galleggia, provocando increspature ed onde;

Una campana non può vibrare nell’aria senza permearla di onde sonore;

Un elettrone non può vibrare nell’etere dello spazio senza, allo stesso tempo, vibrare l’etere nell’eterico, vale a dire in quelle che sono chiamate onde elettromagnetiche.

Forse nello stesso momento in cui Sir Oliver Lodge scriveva queste parole, Abrams stava scrivendo queste:

“Come Medici, non dobbiamo restare lontani dalle ultime sorprendenti scoperte della Fisica, continuando a separare l’entità uomo da tutte le altre entità dell’universo fisico. Sia che l’oggetto della nostra differenziazione sia un uomo sano, o solo una massa di tessuto malato, in ogni caso ci stiamo occupando di una aggregazione di atomi vibranti, che nelle loro innumerevoli combinazioni molecolari sono i costituenti primari di qualunque cosa esistente.”

In queste poche parole, scritte quasi 40 anni fa, Abrams proclamava la sua accettazione del fatto che, le molecole che formano i nostri tessuti, sono entità elettriche, e che una gran parte delle malattie che affliggono il genere umano sono dovute, principalmente, ad ancora oscure deviazioni della struttura delle molecole che costituiscono la sostanza delle nostre cellule, che formano i nostri tessuti, che infine formano i nostri corpi. Ora, se siete pronti ad accettare che le onde sonore trasmesse nell’aria da campane, diverse una dall’altra, hanno caratteristiche diverse, … sarete pronti ad accettare che le onde elettroniche trasmesse nell’etere dalle molecole vibranti, con strutture diverse una dall’altra, avranno anch’esse caratteristiche diverse.

Abrams, sentendosi abbastanza sicuro che gli elettroni vibranti, che formano una molecola di una cellula affetta da cancro, devono essere arrangiati diversamente da quelli che formano una molecola di una cellula affetta da tubercolosi, o da quelli che formano molecole di cellule affette da qualunque altra patologia, era ugualmente sicuro che le vibrazioni, o le onde, che rispettivamente emettevano, erano diverse e caratteristiche. Ci sarà allora l’onda specifica del cancro, quella della tubercolosi, della malaria, dello streptococco, e se volete, anche l’onda dello zolfo e del chinino.

Nessun medico aveva mai pensato questo pensiero prima di allora.

Ma una cosa è sospettare, anche se quasi con certezza, l’esistenza di  vari tipi di onde patologiche, un’altra è scoprire il modo di rilevarle, e di identificarle! Visto che la Medicina continuava a desiderare di restare all’oscuro dell’aspetto elettronico delle molecole che formano i tessuti sani (o malati) del corpo umano, Abrams sapeva che non poteva aspettarsi nessun interesse da quella parte, e tanto meno un aiuto.  Trovò invece la simpatia di alcuni esperti in radio, come il famoso Samuel Hoffman, che gli propose appunto la possibilità di progettare una radioricevente così sensibile da essere in grado di rilevare quelle radiazioni patologiche, che così ansiosamente cercava di identificare. Abrams, non avendo problemi di soldi, lo ingaggiò perché lavorasse per lui, ed aspettò dei risultati.

I mesi passavano, e purtroppo non si prospettava nessuna novità.

Se un grande esperto di radio sembrava aver fallito, come poteva Abrams sperare di farcela?

Questo, forse, è il momento di ricordare un’osservazione sorprendente fatta da Abrams, non so esattamente quando. Per qualche ragione gli era capitato di battere gentilmente (il metodo della percussione che usano i medici per valutare lo stato degli organi) l’area addominale, immediatamente sopra l’ombelico, di un suo paziente. Il suono che si produceva era quello solito, di vuoto, risonante. Mentre gli stava ancora battendo con le dita sull’addome qualcuno, inavvertitamente, aveva acceso l’apparecchio per i raggi x, che si trovava a circa due metri di distanza. In quello stesso momento il suono emesso dalla percussione cambiò completamente, come se sotto le dita di Abrams non ci fosse uno stomaco pieno d’aria, ma una massa solida. Che cosa era successo? Abrams, che non dava mai niente per scontato e che era particolarmente attirato dai fenomeni strani ed inattesi, provò e riprovò questo esperimento, facendo anche cambiare posizione al paziente, mentre l’apparecchio per i raggi x veniva acceso e spento, in modo che si trovasse a fronteggiare ogni punto cardinale. Stranamente, questo fenomeno accadeva solo quando l’uomo guardava est od ovest, mentre se era rivolto a sud od a nord, il suono emesso dalla percussione era quello solito, di vuoto.

In un’ altra occasione Abrams fu costretto a riconsiderare questo strano fatto, e fu durante la visita ad un paziente che soffriva di epitelioma (cancro alle labbra). Abrams batteva con la solita tecnica sull’addome dell’uomo che, casualmente era rivolto ad ovest. L’apparecchio dei raggi x era spento, questa volta, eppure il suono prodotto era pieno, come nell’altro caso. Il medico fece girare il malato verso nord, e riprovò la percussione: stavolta il suono era quello solito, di vuoto. Non ho bisogno di dirvi che Abrams provò e riprovò queste manovre fino a che non fu assolutamente certo che non poteva esserci nessuna possibilità di errore, circa la validità del fenomeno che aveva appena osservato.

Così, dopo aver annunciato ai suoi attoniti studenti che, per quel giorno il suo lavoro alla Clinica era finito, uscì dalla stanza, immerso nei suoi pensieri. E’ quasi certo che potesse aver ipotizzato alcune spiegazioni teoriche per questi due fenomeni di cui vi ho raccontato, ma per il momento decise di tenersele per sé. Sebbene non conoscessi Abrams in quel periodo, sono certo che proseguì i suoi esperimenti su numerosi altri pazienti sofferenti di cancro in altri parti del corpo, usando la percussione dell’addome mentre li faceva guardare successivamente i quattro punti cardinali.

Trovò sempre che il suono emesso era pieno se guardavano ovest, ma tornava vuoto, risonante, appena erano girati verso nord o sud. Lo stesso fenomeno compariva in una area della spalla nei pazienti affetti da cancro, mentre non compariva nelle persone sane.

Un giorno Abrams annunciò ai suoi studenti che il mattino seguente avrebbero portato avanti una serie di esperimenti particolari, a suo avviso estremamente interessanti e di grande valore scientifico, se avessero avuto successo. Parlò dei deludenti risultati del signor Hoffman per costruire un apparecchio di sensibilità sufficiente a rilevare le radiazioni debolissime emesse dal materiale patologico, ma espresse la convinzione di essere, ora, riuscito a costruire un apparecchio che, nelle mani di un esperto, sarebbe stato soddisfacente al 100%. Per la prima volta, questo apparecchio sarebbe stato usato per il rilevamento e l’identificazione di radiazioni molecolari di natura patologica, alle 10 del mattino del giorno dopo.

Questo era un invito a cui non era possibile mancare, e così il giorno dopo tutti gli studenti si riunirono nella stanza dove Abrams li aspettava, seduto al suo tavolo, vicino a cui si trovava un altro tavolo, su cui erano posati numerosi campioni patologici, o meglio, frammenti  di campioni patologici, tutti attentamente controllati e garantiti dal direttore del Dipartimento di Patologia. Vicino ad Abrams, seduto su una sedia, c’era un giovane di circa 22 anni, ben conosciuto da tutti lì dentro, poiché era il ragazzo che si occupava un po’ di tutto, dal giardino alle pulizie nel college. Non c’era nessun segno del misterioso apparecchio di cui il professore aveva parlato, così superiore a qualunque tentativo fatto dal povero Hoffmann. Forse l’avrebbero portato nella stanza più tardi!

Abrams cominciò a parlare. Non aveva dedicato, disse, i migliori anni della sua vita quasi esclusivamente allo studio del sistema nervoso umano, senza diventare, di giorno in giorno, più stupito dalla maniera nel quale poteva reagire ai più piccoli stimoli. Diede molte prove: la contrazione della pupilla, ad esempio, al minimo fascio di luce. Accennò anche alla sua osservazione che le fibre nervose, nella regione epigastrica, avrebbero reagito allo stimolo dei raggi x generati da un apparecchio ad una certa distanza, con il risultato che un gruppo di fibre muscolari, stimolate dalle fibre nervose, si sarebbero contratte, cambiando così il suono ottenuto con la percussione.

“Quando ho notato – continuò Abrams –  che quello stesso gruppo di fibre muscolari sembravano restare in uno stato di contrazione permanente nel caso di qualunque ammalato di cancro, ho pensato che questo strano, ma tuttavia reale fenomeno di contrazione muscolare, era un fenomeno riflesso, dovuto all’energia radiante dal bulbo dei raggi x in un caso, e dalle molecole vibranti collettivamente, formanti la crescita tumorale,  nell’altro”. Abrams dichiarò che la sua teoria delle radiazioni era, se non altro, sostenuta dalla successiva osservazione che le fibre muscolari, contratte, si rilassavano all’istante se l’individuo in osservazione guardava sud o nord.

In questo caso, il suo corpo era allineato con il potente campo elettromagnetico della Terra: forse questa forza terrestre è capace di deviare, od addirittura neutralizzare, quella debolissima radiazione che origina il fenomeno in discussione. Comunque – concluse Abrams – fintanto che possiamo essere sicuri di questi fatti, altri potranno poi decidere quale teoria preferire.

“Ed ora”, disse Abrams, “alcuni di voi saranno molto stupiti di sentire che il meraviglioso apparecchio con cui porterò avanti i miei esperimenti, non è altro che il meccanismo nervo-muscolo, che è parte integrante del nostro amico Ivor, qui seduto, che già in innumerevoli occasioni si è prestato come cavia per i miei esperimenti neurologici! Fatemi ripetere: non c’è niente al mondo così sensibile, così reattivo allo stimolo, per debole che sia, come le fibre nervose di un giovane uomo (o donna) sano. Ivor mi ha gentilmente assicurato di non avere obbiezioni ad essere il Soggetto dell’esperimento di oggi. Per lo scopo di questa dimostrazione dobbiamo scordarci che Ivor è un uomo, e guardarlo solo come uno strumento supersensibile, rilevatore di onde.”

Abrams chiese poi al ragazzo di togliersi la maglietta, e di restare in piedi, seminudo, rivolto ad ovest, mentre lui batteva gentilmente sul suo addome, sopra l’ombelico. “Volete prendere nota del suono di vuoto emesso dall’addome ? Molto bene. E ora uno di voi può, per favore, farsi avanti e prendere questo forcipe, a cui ho attaccato uno di questi campioni di tessuto canceroso?”

“Mentre io continuo a battere su questa zona dell’addome, Lei, dottor Robinson, ponga quel campione in leggero contatto con la fronte di Ivor. Lo tenga così per quattro, cinque secondi, poi lo tolga per un po’, lo riavvicini, e così via. E voialtri, volete per favore fare molta attenzione agli eventuali cambiamenti del suono emesso con la percussione dell’addome di Ivor, quando il campione è vicino o lontano dalla sua fronte?”

Il risultato di questo esperimento fu esattamente come se lo aspettava. Nel momento in cui il campione veniva avvicinato alla fronte, certe fibre muscolari si contraevano, alterando a tal punto il suono emesso dal dito contro l’addome, che tutti potevano notare la differenza.

Dopo aver verificato la validità di questo fenomeno ripetendo l’esperimento con altri campioni di tessuto canceroso, Abrams scelse un altro campione, ma stavolta di tessuto tubercoloso.

Quando questo nuovo campione venne avvicinato alla fronte di Ivor, Abrams fece notare che il suono emesso con la percussione dalla zona sopra l’ombelico non cambiava più, mentre cambiava, con le stesse modalità, quello di un’altra area, stavolta sotto l’ombelico.

Durante i giorni, le settimane e, forse, i mesi che seguirono, Abrams dedicò tutto il suo tempo al difficile obbiettivo di confermare il suddetto fenomeno. Centinaia di campioni di tessuto canceroso e tubercoloso furono testati, per convalidare la “reazione” al cancro e quella alla tubercolosi. Infine cominciò a disegnare una serie di carte, nelle quali erano mostrate le aree dell’addome sulle quali queste “reazioni”, come le chiamò, potevano essere rilevate con una attenta ed esperta percussione.

La reazione al cancro qui, quella alla tubercolosi lì, quella alla malaria in questo posto, quella allo streptococco in quest’altro, e così via.

Questi esperimenti pionieristici, condotti con campioni di tessuto, possono a prima vista sembrare poco importanti al medico odierno ma, proprio per la loro crudezza, hanno dimostrato un fatto che, in definitiva, tutti i medici dovranno inevitabilmente accettare, vale a dire che dal corpo umano ( e successivamente Abrams dimostrò anche da ogni singola goccia di sangue di un uomo malato) sono continuamente irradiati dei segnali che denotano la natura della sua malattia, e questi segnali sono rilevabili, probabilmente dal momento stesso in cui comincia la malattia.

Abrams, una volta professore di Patologia (la scienza che studia le cellule dei tessuti malati) presso una grande università, fu il primo medico a proclamare che la vecchia teoria che dice che la malattia ha un origine cellulare è superata, e deve essere abbandonata. Finché i costituenti molecolari, quelli che costituiscono le cellule, sono normali, per numero e disposizione degli elettroni e dei protoni che li costituiscono, non può esserci nessuna malattia cellulare. E’ solo quando queste molecole subiscono delle alterazioni strutturali, ad esempio dei cambiamenti nel numero degli elettroni intorno al nucleo, che la cellula comincia a sviluppare lentamente delle caratteristiche, che alla lunga diventano visibili attraverso il microscopio del patologo.

Certamente, è impossibile immaginare che l’architettura elettronica di ogni molecola, che forma una cellula cancerosa, sia identica a quelle che formano una cellula sana, od una cellula affetta da qualunque altra malattia.

Le diverse caratteristiche delle reazioni di Abrams, denotano differenze elettroniche tra le diverse entità patologiche ma, esattamente, di quale natura sono le forze che cambiano una molecola normale in una patologica? Ad oggi nessuno lo sa: nessuno ha fatto dei seri tentativi di scoprirlo: nessuno, eccetto Abrams e la manciata dei suoi successori, hanno considerato questo argomento, e pochi, di questi ultimi, sono così competenti da poter iniziare l’esplorazione di quello che sarà il campo di lavoro del futuro “patologo molecolare”.