Pendolo Benedictus

Il pendolo Benedictus è un pendolo per lavori speciali. È il risultato della combinazione di molti saperi dopo molti anni di lavoro nella purificazione delle persone, dei luoghi e nell’orientamento energetico. Lo scheletro di base è  la forma del pendolo di Karnak, il disco con la croce di San Benedetto e le prime lettere della preghiera esorcista in latino sul retro del disco. Dentro il Benedictus c’è una resina di incenso nota come olibano. Il tutto crea un vero strumento per lavori complessi legati alla pulizia di case, siti e persone con energie negative, esseri, portali astrali e altro ancora. Il pendolo è realizzato in modo tale da poter essere utilizzato sia da un professionista come da un principiante. Senza paura per la sicurezza di essere esposto a vibrazioni di astrali basse-

Come lavorare
Le convenzioni mentali che assumiamo quando si lavora con questo pendolo sono:
Pulisci tutte le interferenze energetiche a livello fisico, astrale e mentale di……… o luogo…….
Neutralizza l’influenza della memoria astrale, del portale. Astrale o delle influenze negative di questo o quel luogo…..
Estrai secondo le regole universali , tutte le maledizioni, fatture, malauguri diretti a……..o al luogo……..
Se il problema è legato alla Legge di causa ed effetto [karma] andiamo alla purificazione dei corpi ai livelli più alti; corpo causale, corpo Atmico [spirito], corpo Monadico [anima] e corpo Divino.
Lascia che questo pendolo nelle tue mani sia una spada luminosa e uno strumento per ristabilire l’equilibrio.

Il Franchincenso

Il franchincenso o incenso Olibano è antisettico, espettorante, astringente e cicatrizzante. Il suo olio essenziale permette di combattere le infezioni dell’apparato respiratorio. Rafforza le difese immunitarie e calma l’angoscia. Viene usato anche in reumatologia e contro le emicranie.
Irradiando la sua luce, libera l’atmosfera dalle energie oscure e attira gli spiriti buoni.

L’olibano è usato come incenso nelle chiese e nei templi, per aprire i sensi ai mondi delle energie sottili. In un’atmosfera purificata è molto più facile avere pensieri elevati e aprire le porte verso mondi diversi.

Medaglia di San Benedetto

La Medaglia o Croce di san Benedetto da Norcia appartiene a quella categoria di oggetti che sembrano nati per suscitare curiosità e mistero. Attorno alla medaglia si è sviluppata nei secoli una letteratura, tanto storico-religiosa quanto – soprattutto negli ultimi anni – di natura “esoterica“, quest’ultima che ha ben poco a che fare con il reale significato di questo sacramentale della Chiesa cattolica.

La preghiera
A destare la maggiore curiosità è senza dubbio la serie di lettere puntate – in realtà una preghiera in forma di acronimo – che costituisce una delle sue caratteristiche più note e singolari. Sciogliendo l’acronimo, valido supporto mnemonico, se ne ottiene la corrispondente preghiera:

C.S.P.B. = Crux Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto)
C.S.S.M.L. = Crux Sacra Sit Mihi Lux (la Santa Croce sia la mia luce)
N.D.S.M.D. = Non Drago Sit Mihi Dux (non sia il demonio il mio condottiero)
V.R.S. = Vade Retro, Satana! (allontanati, satana!)
N.S.M.V. = Numquam Suade Mihi Vana (Non mi attirare alle vanità)
S.M.Q.L. = Sunt Mala Quae Libas (sono mali le tue bevande)
I.V.B. = Ipse Venena Bibas (bevi tu stesso i tuoi veleni)

Nonostante il testo della preghiera, composto da distici in rima, sia stato rinvenuto in un manoscritto databile al 1415 presso l’abbazia benedettina di Metten, in Baviera (oggi conservato presso la Biblioteca statale di Monaco), possiamo supporre che la devozione alla medaglia o croce di san Benedetto risalga ad un periodo antecedente, alla metà almeno del secolo XI. Il suggello definitivo alla medaglia venne però dal 1742, con la sua approvazione da parte di papa Benedetto XIV, che concesse altresì che che alla medaglia e al crocifisso che la reca incastonata (noto come Crocifisso della buona Morte) venisse abbinata un’indulgenza plenaria.

San Benedetto: l’iconografia del fronte
Anche l’iconografia della medaglia, spesso sottovalutata, può però riservare delle interessanti sorprese. Un lato della medaglia (il fronte, secondo alcune interpretazioni) presenta la raffigurazione di san Benedetto da Norcia in abiti monastici, reggente nella mano destra la Croce (simbolo cristiano e di Salvezza per eccellenza) e nella mano sinistra un libro aperto, a rappresentare la Regola.
Ai lati di san Benedetto sono ricordati due episodi significativi della vita del santo, simboleggiati da una coppa e da un corvo, riconducibili a due singolari tentativi di avvelenamento operati ai suoi danni. Singolari non fosse altro che perché messi in atto, in entrambi i casi, da altri membri del clero. Per brevità di trattazione, ai dettagli dei due episodi ho dedicato un breve approfondimento autonomo.
Sopra la coppa e il corvo sono poste le parole “Crux S[ancti] Patris Benedicti” (“Croce del santo padre Benedetto”). Tutt’intorno alla medaglia corre la scritta “Eius in obitu n[ost]ro praesentia muniamur” (“Ci difenda nella nostra morte con la sua presenza”), che rimanda al ruolo riconosciuto a san Benedetto nella buona morte. Ai piedi del santo è posta la scritta “ex S M Casino MDCCCLXXX” (dal Santo Monte Cassino 1880), che commemora, nell’anno del Giubileo 1880, il 1400esimo anniversario della nascita di san Benedetto (480). Va comunque precisato che oltre alla versione giubilare, certamente la più diffusa, esistono altre versioni della medaglia o croce di san Benedetto, con alcune differenze grafiche, in special modo nell’iconografia del fronte.

Croce di san Benedetto: l’iconografia del verso

L’altra faccia della medaglia, probabilmente la più nota, presenta la raffigurazione di una croce greca, frequentemente lobata, sormontata dalla scritta “Pax” (“Pace”), motto della congregazione cassinese e poi dell’intero ordine benedettino. Nei quadranti attorno alla croce troviamo la dichiarazione preliminare (CSPB) sulla natura di questo oggetto di devozione. La scansione segue poi l’asse verticale della croce (CSSML), quello orizzontale (NDSMD) e infine le lettere poste lungo il bordo della medaglia (VRS:NSMV:SMQL:IVB). Le lettere costituiscono una guida per la composizione di una fra le più note preghiere di esorcismo. Il comando “Vade retro, satana!”, vero e proprio compendio di ogni esorcismo condotto da un Sacerdote, è riconducibile ai Vangeli (cfr. Mt 16,23 e Mc 8,33), mentre il resto della preghiera offre un parallelismo fra gli episodi di tentato avvelenamento ai danni di san Benedetto e i veleni spirituali che il Maligno tenta incessantemente di somministrare alle anime degli uomini.

Questi i caratteri che hanno fatto della croce o medaglia di san Benedetto uno degli oggetti devozionali più noti, in grado tanto di attirare energiche e pie devozioni, quanto eccitare le fantasie dei più impressionabili con la sua presunta aura di “magia” ed “esoterico”. Resta da chiedesi cosa ne avrebbe concluso Benedetto da Norcia, fra i più noti santi esorcisti della storia della Chiesa.

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